Work-life balance, il giusto equilibrio tra benessere e produttività

Mar 30, 2022 | Cultura aziendale

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Secondo il Randstad Employer Brand Research 2021, uno dei fattori maggiormente ricercati dai lavoratori nella scelta di un’azienda è l’equilibrio tra vita privata e lavoro, ovvero il work-life balance.

Ben il 66% del campione d’indagine (circa 6500 intervistati) ritiene che questo aspetto sia vitale: scopriamo perciò insieme di cosa si tratta.

Work-life balance, cos’è

Con quest’espressione si intende la capacità di far convivere in maniera equilibrata la sfera professionale e quella privata. Si tratta di un concetto nato per la prima volta in Gran Bretagna negli anni Settanta e divenuto di strettissima attualità negli ultimi mesi, quando l’emergenza sanitaria e lo sviluppo tecnologico hanno fatto sì che i confini tra sfera professionale e vita privata diventassero via via più sfumati sia in termini fisici che temporali.

Secondo l’indagine di Randstad, l’attenzione dei lavoratori italiani sul work-life balance è oggi prioritaria (anche rispetto ai colleghi europei) ed è affiancata dalla preferenza per l’offerta di benefit e la tutela di un ambiente di lavoro accogliente e inclusivo. Lo studio ha sottolineato anche l’allargamento del gap tra le aspettative dei lavoratori e la realtà dei fatti: secondo il campione coinvolto nella ricerca, il work-life balance non viene infatti sufficientemente comunicato o tenuto in considerazione dalle aziende, che sarebbero invece maggiormente concentrate sulla reputazione aziendale, la solidità finanziaria e ambienti di lavoro Covid-free. La ricerca ha evidenziato anche una differenza di genere: l’equilibrio tra lavoro e vita privata è prioritario soprattutto per le donne (il 70% contro il 62% degli uomini). Per quanto riguarda livello d’istruzione, questo aspetto è prioritario per il 66% dei lavoratori con livello di istruzione medio/basso e sale al 67% per i dipendenti con livello di studio alto; per il 67% dei casi il buon equilibrio tra vita professionale e privata è prioritario per gli intervistati della fascia 18-24 anni, per i lavoratori compresi tra i 25 e 34 anni e per i dipendenti più anziani 55-64 anni. Il campione 34-54 anni registra una percentuale leggermente inferiore e si attesta al 65%.
Interessanti sono anche le differenze che emergono confrontando i cosiddetti stayers – cioè i dipendenti che non hanno cambiato datore di lavoro negli ultimi 12 mesi – e gli switchers – cioè coloro che lo hanno fatto.

I primi, infatti, confermano il trend, mentre i secondi mettono al primo posto l’atmosfera di lavoro piacevole e solo al secondo l’equilibrio tra impiego e vita privata.
 

L’equilibrio tra produttività e tutela della salute

La ricerca di un maggiore e migliore equilibrio tra lavoro e privata è soprattutto una questione di salute mentale e fisica: il sovraccarico di lavoro, infatti, si associa a maggiori rischi cardiocircolatori, difficoltà relazionali, irritabilità e difficoltà di concentrazione.

Raggiungere e mantenere un sano equilibrio tra vita privata e lavoro non solo previene questi rischi, ma porta con sé maggiore motivazione. All’aumento della soddisfazione, infatti, corrispondono un maggiore attaccamento all’azienda e un aumento della produttività.

Come preservare allora il proprio tempo libero e la salute, rimanendo comunque produttivi ed efficienti sul lavoro?

Gioca sicuramente un ruolo chiave la capacità organizzativa di ciascuno, che passa anche dalla conciliazione tra il tempo dedicato al lavoro e quello da ritagliare per le relazioni sociali. Il tempo libero, inoltre, non deve diventare una fonte di stress: gli scopi principali sono il relax e il recupero delle energie. Altrettanto importante è imparare a dire qualche no, per non essere subissati dal lavoro né da impegni poco graditi, e creare confini ben precisi, come il rispetto del diritto alla disconnessione.

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