Un’indagine fa emergere sensazioni contrastanti che variano in base a ruolo, anzianità dei soggetti e Paesi
L’intelligenza artificiale e la robotica hanno aperto nuovi orizzonti all’industria 4.0, innovando sia i livelli di produzione che i processi operativi. Rimanere al passo con i tempi e rispondere alle esigenze di mercati in continua evoluzione significa, perciò, intraprendere azioni concrete di sviluppo di tecnologie innovative che passano anche per l’adozione di applicativi di AI che, secondo il report Industrial AIoT Market, si attesta solo al 31%. L’introduzione di soluzioni generative come ChatGPT, tuttavia, sta democratizzando questa tecnologia rendendola accessibile a tutti. L’impatto che ha sugli ambienti lavorativi è – e sarà – innegabile e la sfida a cui siamo tutti chiamati è quella di comprendere, allenare e gestivi spazi di auto apprendimento in rapidissima evoluzione e diffusione.
Qual è il polso delle aziende su questa tecnologia e in che modo l’intelligenza artificiale influisce sulle modalità organizzative organizzazioni?
A questa domanda ha provato a rispondere la ricerca “AI At Work: What People Are Saving” condotta dalla società di consulenza americana BCG X su un campione di circa 13mila fra dipendenti, manager e leader di 18 Paesi.
La ricerca
Secondo i dati raccolti, rispetto all’avvento dell’AI e della GenAI le sensazioni dei lavoratori sono contrastanti e variano in base al ruolo e all’anzianità dei soggetti e del Paese di riferimento. Tra i paramenti che sono stati oggetto di studio troviamo anche l’impatto di queste tecnologie: per il 52% degli intervistati c’è ottimismo, in crescita del 17% rispetto alla rilevazione precedente.
In Italia, inoltre, si registra uno dei dati più interessanti: ben il 58% degli intervistati professa ottimismo sugli effetti positivi dell’introduzione dell’AI generativa e solo il 28% si mostra preoccupato.
Questi numeri sono un chiaro indicatore di un approccio all’innovazione decisamente maturo e partecipato. Di fronte al 39% di addetti convinti che il proprio lavoro non esisterà più in futuro a causa della diffusione dell’AI, troviamo la consapevolezza che la propria professione possa essere ripensata (77%) e la convinzione che i vantaggi legati all’adozione dell’AI siano superiori ai rischi (78%). All’interno delle organizzazioni, inoltre, a utilizzare maggiormente gli strumenti di AI generativa sono i leader senior: l’80% degli intervistati dichiara di farlo in maniera regolare, sia in ambito professionale che personale. Di conseguenza, sono meno preoccupati rispetto ai dipendenti: circa il 20% di questi ultimi operano abitualmente con gli strumenti di AI sul lavoro e solo 42% a livello globale si dichiara ottimista circa il loro impiego. Proprio la maggiore familiarità con questi strumenti porta una maggiore fiducia nelle figure apicali (62%), mentre il minore utilizzo è una variabile importante per determinare il “sentiment” verso queste tecnologie, insieme proprio alla formazione specifica. L’86% degli intervistati ritiene sia necessario investire nel reskilling e nell’upskilling delle persone, anche se per il momento solo il 44% dei manager e il 14% dei dipendenti ha già partecipato a percorsi di aggiornamento in merito.
Intelligenza artificiale, un uso responsabile
Molto sentito è anche il tema dell’utilizzo responsabile dell’AI: il 79% dei lavoratori a livello globale, e l’83% dei lavoratori italiani, auspica l’introduzione di una regolamentazione dedicata. Anche in questo caso, due leader su tre (68%) sono sicuri sull’impiego responsabile degli algoritmi nella propria organizzazione, mentre tra i dipendenti a confermare l’utilizzo adeguato di questi strumenti è solo il 29%.
Intelligenza artificiale e sperimentazione
L’intelligenza artificiale ha fatto irruzione nel mondo del lavoro in maniera repentina e molte aziende stanno ancora cercando di recuperare il ritardo, ma la sua applicazione responsabile deve diventare una priorità per tutti i leader affinché si mitighino i rischi e si creino vantaggi competitivi. Finché i dipendenti continueranno a nutrire dubbi, le aziende non riusciranno a sfruttare appieno il potenziale di questi applicativi e queste tecnologie. Quale, allora, la soluzione? È fondamentale sperimentare e testare in prima persona questi strumenti in modo da prevenire e contrastare le eventuali paure legate all’adozione degli applicativi di AI. Altrettanto importante è investire in una formazione regolare che aiuti le persone a riconoscere nella tecnologia un valore aggiunto al proprio modo di lavorare.