In materia di trasformazione digitale ci troviamo ormai di fronte alla fase 2.0 della Digital Transformation, nota anche come Hyperautomation. Si tratta della combinazione di tecnologie che permettono di automatizzare, in maniera intelligente, i processi, liberando così le aziende da costi di attività a basso valore aggiunto e permettendo così di concentrarsi sul business.
Le caratteristiche di una strategia di Hyperautomation sono la visione d’insieme, la conoscenza dei processi e l’implementazione agile, i cui pilastri tecnologici sono:
- Robotic Process Automation (RPA),
- Artificial Intelligence (AI),
- Case Management/Business Process Management (BPM),
- Piattaforme applicative low-code (LCAP).
I pilastri tecnologici dell’Hyperautomation
Alla base troviamo il BMP, che permette di ricostruire i processi digitalmente e a step attraverso l’utilizzo di una logica work-flow. Quando parliamo di RPA facciamo riferimento ai bot, cioè a robot software che simulano azioni ripetitive del comportamento umano. L’Intelligenza Artificiale, dal canto suo, trova applicazioni sempre più concrete sia nell’apprendimento di comportamenti replicabili che nell’apprendimento. Combinare queste tecnologie consente di offrire prodotti di Intelligent Automation, conseguendo così nuovi livelli di gestione della complessità in un mercato con previsioni di crescita quintuplicate entro il 2025.
L’importanza dell’IDP
Tra le applicazioni più richieste nelle grandi organizzazioni troviamo l’Intelligent Document Processing, cioè tutte quelle soluzioni in grado di acquisire, comprendere e categorizzare i dati provenienti dai flussi informativi, anche non strutturati, per trasformarli in formati adeguati ai software già presenti in azienda. Le soluzioni IDP consentirebbero, per esempio, ai reparti Finance delle PMI di risparmiare circa 25mila ore di rilavorazione causate dagli errori umani.
Conservazione dei documenti informatici, le linee guida di AgId
L’Agenzia per l’Italia digitale ha messo a punto e diffuso le linee guida inerenti alle responsabilità aziendali chiarendo gli aspetti legali, quelli sanzionatori, quelli legati alla protezione dei dati personali e ai processi di generazione della documentazione informatica.
Il processo di generazione documentale, infatti, coinvolge sia l’azienda, in ogni suo ambito, che figure esterne quali fornitori e clienti. Per questo motivo, alla compliance normativa dovrà essere affiancata la creazione di processi che riducano i volumi, gli errori e le tempistiche al minimo, senza tuttavia uscire dal percorso tracciato dalla norma.
Secondo AgId, la norma di riferimento per l’identificazione e la classificazione dei documenti informatici è la Norma UNI 11386, che oltre a individuare gli elementi necessari per la creazione dell’indice di conservazione, ne descrive la semantica e ne definisce la struttura in XML così da assicurarne l’interoperabilità.
Adottare correttamente questa norma significa cogliere una preziosa opportunità per l’efficientamento dei processi. Gli strumenti ideati da Agile consentono, tramite una piattaforma low-code, di realizzare soluzioni scalabili massimizzando la velocità di produzione e adottando un sistema unico e intelligente in grado di generare e processare informazioni da un’unica base dati condivisa. Integrabile con i sistemi informatici già presenti in azienda, Agile è lo strumento che si adatta a qualunque esigenza e governa la trasformazione digitale senza stravolgere la cultura aziendale.
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