Digitalizzazione, le sfide che attendono la PA

Mag 26, 2022 | Trasformazione digitale

La digitalizzazione della PA costituisce uno dei pilastri strategici per il nostro Paese volto a favorire lo sviluppo di una vera società digitale in cui cittadini e imprese siano al centro dei servizi erogati, ma lo sviluppo sostenibile, etico ed inclusivo e la diffusione delle tecnologie digitali nel tessuto produttivo. Lo scopo ultimo è un’amministrazione pubblica finalmente aperta, accessibile, inclusiva e trasparente, che consenta a cittadini e imprese di accedere a servizi efficaci, intelligenti e immediati, basati su informazioni condivise e aggiornate e sull’interoperabilità tra amministrazioni secondo il principio europeo once-only. Questo progetto ambizioso si inserisce nell’ambito di Italia digitale 2026, la strategia per il digitale all’interno del PNRR che destina alla digitalizzazione della PA il 27% delle risorse totali – pari a oltre 6 miliardi di euro. Moltissimi gli interventi previsti, dalla digitalizzazione di archivi e processi istituzionali al potenziamento della sicurezza delle informazioni, passando per l’introduzione di modelli di analisi predittiva e di algoritmi di intelligenza artificiale: la previsione è che entro il 2026 il 76% della PA utilizzeranno servizi in cloud e almeno l’80% dei servizi sarà erogato online.

Scopriamo insieme gli strumenti e i servizi che faranno la differenza a partire dal 2022.

Le identità digitali: Spid, Cie e il Sistema di gestione delle deleghe

A fine dicembre 2021 CIE e SPID avevano raggiunto la cifra record di 25 milioni di identità rilasciate per entrambe. La maggior parte dei cittadini e delle imprese sanno ormai dell’esistenza di SPID, moltissimi hanno già la CIE e siamo certi che la diffusione proseguirà anche nel 2022, ma la vera novità è rappresentata dal cosiddetto SGD (Sistema di Gestione delle Deleghe). Si tratta della possibilità di dare accesso con delega, così da gestire pratiche personali o professionali per conto terzi. Nella PA, al momento, solo INPS ha adottato una modalità del genere per l’accesso alla consultazione del DURC, ma sarà necessario implementare questo sistema il più possibile.

IO e PagoPA

La diffusione di queste piattaforme ha ricevuto una spinta notevole, soprattutto nei comuni più piccoli, grazie al Bando per il Fondo Innovazione che prevede l’obbligo di pubblicare almeno 10 servizi sull’app IO e di attivare il 70% dei servizi su PagoPA. Un ruolo cruciale ha giocato anche la possibilità di ricevere il green pass direttamente tramite IO.

Per l’anno in corso, la sfida è il raggiungimento di un utilizzo completo delle piattaforme: per IO ci si aspetta un incremento dell’invio di messaggi da parte delle PA, sia informativi che di pagamento, ma anche l’elezione a domicilio digitale e il rilascio della versione web, già attesa dal 2021; per PagoPA, ci si aspetta la copertura di tutte le entrate e l’estensione del pagamento con multi beneficiario.

Stato civile e Anpr

L’Anagrafe Nazionale delle Persone Residenti (Anpr) dovrebbe essere presto fruibile in interoperabilità anche dagli italiani all’estero. È in corso una prima sperimentazione, avviata con alcune PA, ma a breve tutti i Comuni potranno usufruire di queste funzionalità e di servizi come il cambio di residenza online, che rappresenteranno una svolta epoca per i servizi digitali a disposizione dei cittadini.

Nel corso del 2022 verranno inoltre definite tecniche e normative per l’informatizzazione e la gestione informatizzata dello Stato Civile, abbandonando così la stampa cartacea di atti e comunicazioni alle PA interessate.

Le infrastrutture: la banda larga

Dai servizi alle infrastrutture: è in arrivo – finalmente – la banda ultra-larga. Oltre all’aumento dei fondi, avvenuto già nel 2021, e al piano dedicato alle scuole, è nato il piano Italia 1 Giga: lo scopo è portare la banda larga in download fino a 1 Giga a tutti i civici italiani, razionalizzando i progetti in essere e migliorando la copertura in zone grigie e zone bianche a fallimento di mercato. Non verranno tuttavia eliminate completamente le difformità di copertura e continueranno a esistere connessioni – e cittadini – di serie A e B.

Tecnologie e piattaforme

Dopo l’Indice delle Pubbliche Amministrazioni e l’indice delle PEC delle persone giuridiche e dei privati iscritti agli ordini professionali, dovrebbe essere presto attuato l’Indice dei domicili digitali delle persone fisiche (INAD), che rappresenta un passo fondamentale per la comunicazione digitale con i cittadini. Si tratta di un elenco di indirizzo di recapito digitale, che ricorda il vecchio elenco dei numeri di telefono che veniva recapitato a casa e che avrà bisogno di essere affiancato da una campagna di comunicazione capace di spiegarne l’utilità e invogliare i cittadini ad attivarne uno in breve tempo.

La piattaforma delle notifiche

Una delle maggiori sfide nella PA è rappresentata dalle notifiche a valore legale. L’opzione su cui si sta lavorando è la creazione di una piattaforma riconosciuta legalmente in grado di effettuare una notifica istantanea, per esempio, di una multa così da far coincidere l’emissione e, appunto, la notifica.

Introdotta dal D.L. 76/2020 ed presente come “to-do” nel decreto Semplificazioni, si tratta di uno dei più grandi passaggi epocali per la digitalizzazione del processo di notifica degli atti. Indicata al punto 1.4.5, per un valore di circa 245 milioni, l’attuazione della piattaforma dovrebbe iniziare entro la fine del 2022 con i primi processi di sperimentazione.

Interoperabilità e PDND

A fare davvero la differenza saranno l’interoperabilità e il PDND. Pensiamo, per esempio, all’incredibile mole di dati gestita dalla PA, spesso non ancora digitalizzata: se utilizzassimo il codice fiscale come “parola chiave”, potremmo ricostruire il percorso di ogni singolo soggetto. A questo, tuttavia, sarebbe necessario affiancare un’ottimizzazione nello scambio di dati e un collegamento continuo tra le base dati di ministri, enti centrali ed enti locali, così da evitare controlli manuali e richieste cartacee e rendere i processi più snelli, veloci ed efficaci.

È qui che interviene il lavoro della Piattaforma Digitale Nazionale Dati, che prevede l’introduzione di soluzioni tecnologiche e canali di comunicazione innovativi volti a favorire la nascita di una cittadinanza digitale.

Risalgono a pochi mesi fa anche le indicazioni sulla Strategia Italia Cloud e il Regolamento Cloud, che portano a sperare nella nascita di un piano cloud ben definito da affiancare alla realizzazione del Polo Strategico Nazionale, che conterrà e gestirà i dati critici e strategici della PA.

Digitalizzazione sì, ma affiancata dalla cultura digitale della PA

C’è ancora una sfida di cui si è parlato veramente tanto anche prima del 2021, e che è in progressivo miglioramento: si chiama cultura digitale nella PA. Si sta lavorando molto da questo punto di vista e si sta cercando di creare una serie di strumenti per la formazione del personale delle Amministrazioni.

Gli strumenti da introdurre, da soli, non bastano. È necessario che la digitalizzazione sia affiancata da una corretta e puntuale formazione del personale, dall’aggiornamento continuo e, soprattutto, dal cambiamento della cultura digitale. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a diventare cittadini digitali perché questa rivoluzione s’ha da fare e non possiamo lasciarci sfuggire la preziosa occasione rappresentata dai fondi del PNRR.

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