La digitalizzazione è ormai sempre più al centro del dibattito pubblico e ben il 70% degli italiani ritiene che questa migliori la qualità della vita, ma alcuni dati mostrano un quadro diverso. Secondo il recente rapporto “La digital life degli italiani”, realizzato da Censis in collaborazione con Lenovo, circa 4,3 milioni di italiani sono sprovvisti di connessione e circa 13,2 milioni hanno invece a che fare con connessioni domestiche spesso mal funzionanti o lente. Al tempo stesso, l’adozione della tecnologia è aumentata durante l’emergenza sanitaria e ha dato vita a forme ibride che ci faranno compagnia a lungo: il 66% degli intervistati dichiara di utilizzare un dispositivo personale per lavoro, con picchi dell’72,2% tra gli occupati laureati e dell’85% per i lavoratori autonomi.
Occhi puntati sui dispositivi, tra spesa in aumento e soddisfazione
Tra il 2007 e il 2020 i consumi degli italiani si sono ridotti del 13%, ma al tempo stesso la spesa per smartphone e computer è aumentata rispettivamente del +450% e del +89,7%. Il motivo? Si tratta di veri e propri investimenti nel futuro, come sottolineato anche da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis: «La sensazione è che gli italiani abbiano ben inteso la potenzialità di strumenti che sono andati oltre un unico ambito di utilizzo, integrati perfettamente nella vita individuale e lavorativa di ognuno». Il rapporto Censis-Lenovo conferma che il 90,3% degli utenti già online è soddisfatto dei dispositivi che utilizza e la tendenza potrebbe rimanere costante con l’avvento del 5G, che apre scenari nuovi in termini di sfide e opportunità. Gli italiani, inoltre, dichiarano di trarre un benessere crescente dai dispositivi digitali, che migliorano e semplificano le loro vite e sono in linea con le attività che essi svolgono giornalmente. A dimostrarlo sono i seguenti dati raccolti: il 73% degli intervistati vive in famiglia in cui ciascun membro si connette da un dispositivo proprio, il 71% si avvale di una connessione domestica funzionante, quasi il 68% risiede poi in abitazioni in cui ognuno ha uno spazio dedicato alle rispettive attività digitali. Se negli ultimi mesi è aumentata la percentuale di chi utilizza dispositivi personali per lavoro, bisogna sottolineare anche l’aumento dell’utilizzo di dispositivi elettronici aziendali per motivi personali da parte del 26,9% degli occupati e del 39,8% dei dirigenti, con usi spesso impropri, rischi per la privacy e la sicurezza dei dati.
Tecnologia e Pubblica Amministrazione
Le nuove tecnologie potrebbero migliorare il rapporto tra la burocrazia e il pubblico. Ben l’85,3% dei cittadini auspica che, in un futuro non troppo lontano, il dialogo con la Pa possa avvenire anche via e-mail, l’83,5% spera di poter pagare più velocemente tasse e tributi, l’85% di poter richiedere certificati e documenti online e il 78,9% di ricevere informazioni personalizzate via sms, Whatsapp o e-mail. La semplificazione, tuttavia, va di pari passo con la richiesta di una maggiore attenzione ai dati: il 75% vorrebbe comunicare via pec in sicurezza, il 74% desidera poter accedere a tutti i servizi online utilizzando una sola password e il 76,4% dichiara di voler conoscere le informazioni di cui la Pa dispone.