Distanziamento sociale e lockdown intermittenti hanno fatto sì che le aziende dovessero fare i conti con il cosiddetto remote engagement, tenendo cioè alto l’umore dei team facendo in modo che tutti si sentano ingaggiati. Costretti in spazi ridotti, senza più le occasioni di confronto e incontro sul luogo di lavoro, capita infatti che le persone tendano a isolarsi e allontanarsi dal gruppo.
Cosa succede a livello aziendale e quali sono i temi da tenere a mente?
La distanza ha messo in crisi le gestioni manageriali basate sul controllo visivo: basti pensare a tutti i manager che, soprattutto all’inizio del lockdown, avevano la sensazione che i collaboratori fossero distratti o non stessero facendo nulla. Un problema di fiducia, insomma, verso il senso di responsabilità dei singoli. Eppure, a molti mesi di distanza, le aziende hanno notato che l’attaccamento e la responsabilità hanno fatto sì che si registrassero spesso casi di over-performance.
A questo bisogna affiancare il senso della nostra missione o purpose: l’uomo, si sa, è un animale sociale che necessita di uno scopo da raggiungere per agire al meglio delle proprie capacità. Le aziende hanno spesso una mission condivisa con tutti i collaboratori attraverso documenti interni, manifesti o siti: questa, tuttavia, rimane spesso solo su carta. La pandemia ha, invece, fatto sì che le aziende che riescono a comunicare chiaramente i piani, gli obiettivi e le difficoltà con i dipendenti avessero riscontri ottimali sul senso di appartenenza e sull’engagement stesso delle risorse. Il segreto sta nella capacità dei manager di farsi portatori dei flussi di informazione in maniera chiara, precisa e puntuale. Nonostante le chat, le e-mail e le riunioni virtuali, la difficoltà nello scambio delle informazioni isola sempre più i singoli e il problema è ancor più evidente per coloro i quali hanno bisogno del contatto visivo e fisico per acquisire dati e notizie.
Come mantenere allora l’engagement?
Le aziende, soprattutto in questo periodo, devono imparare ad ascoltare i collaboratori, comprendendo le esigenze dei singoli e, dove possibile, trovando soluzioni. È necessario che le risorse si sentano supportate dai manager e, al tempo stesso, condividere le eventuali difficoltà dell’azienda fa sentire tutti partecipi delle scelte, dei piani futuri e della direzione verso cui ci si muove, tutti insieme.
Un esempio viene dalla flessibilità oraria per i genitori con bimbi piccoli e/o in DAD oppure dal diritto alla disconnessione. Quest’ultimo è uno dei concetti diventati via via più importanti nel corso degli ultimi mesi: la sovrapposizione tra dimensione lavorativa e familiare, l’assenza degli spostamenti e la possibilità di non attenersi al solito dress code hanno portato quasi a una fusione di mondi che un tempo erano, per la maggior parte dei lavoratori, completamente separati.
Affinché i collaboratori rimangano appassionati, motivati e produttivi e si scongiuri il rischio di stress da remote working, è importante non arrivare al punto di sovraccarico e adottare piccoli accorgimenti su misura come quelli appena accennati. Non si tratta di innovazioni vere e proprie, ma la loro applicazione può divenire la chiave del successo delle imprese.